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PROLOGO

Prologo

Brandizzo, 24 marzo 2020

Tea ha chiesto ad Alberto di stampare la fotografia che la sua amica Corinna, collezionista incallita, le ha assegnato. Hanno molte cose in comune, oltre ad una lontana parentela, Tea e Corinna. La più evidente è la necessità di accumulare cose: oggetti, arredi, libri e fotografie, forse per un ideale senso di completezza, ma anche per una certa pignoleria e un pizzico di stravaganza che a entrambe, anche se non lo danno a vedere, non manca.

La fotografia, in particolare, è un’arte che entrambe amano e coltivano ognuna a modo suo. Raccogliere e circondarsi di fotografie per Tea è una mania ereditata dal nonno e dalla madre: riempie la casa di vecchie foto di famiglia per il desiderio di fermare visivamente le sue origini. Con il tempo, poi, la sua è diventata una passione e ha iniziato a recuperare quelle di amici e conoscenti che gliele affidano perché le conservi nel suo archivio. Anche Corinna ha iniziato così, ma col tempo ha continuato facendo incetta nei mercatini di vere e proprie collezioni fotografiche che, prima o poi, strutturerà indubbiamente in qualche lavoro artistico. Ed è stata proprio lei ad inventarsi questo gioco che, poi, da subito è diventato qualcosa da prendere sul serio; soprattutto in queste giornate sospese dove fuori si teme il Covid-19 e per Tea e Corinna pensare a progetti da sviluppare è un modo per esorcizzare la situazione.

 

E’ quasi mezzogiorno e Tea freme alla finestra. Non vede l’ora di poter vedere su carta stampata quell’immagine e tradurre meglio la frase scritta sul retro che ha soltanto intravisto sul suo smartphone. Sente il cancello di casa aprirsi, finalmente Alberto è arrivato. Sulla soglia, Tea gli strappa i fogli di mano e si appresta ad osservare meglio quel gruppo di persone ritratte nella fotografia. La sua attenzione cade continuamente sulla donna al centro dell’inquadratura. “Forse perché il suo sguardo, sotto il cappello, è rivolto a chi ha scattato la foto?”.

La ragazza ha un sorriso probabilmente imbarazzato e sembra quasi arrossire. Gli occhi allungati sono certamente languidi. “Il fotografo doveva essere senz’altro qualcuno per cui la donna provava un sentimento che la lusingava”, immagina Tea. Sulla sinistra dell’immagine compaiono due donne di età diversa, probabilmente madre e figlia, e anche loro sorridono goffe a chi le sta riprendendo. “Potrebbero essere la madre e la sorella della donna al centro? Il profilo dei nasi lo farebbe supporre.” A destra, altre due ragazze, verosimilmente coetanee della signorina in mezzo, forse delle care amiche. La guardano e, chissà, pensano: “la nostra amica si è presa una bella cotta!”. Sullo sfondo una bassa scogliera, con un anfratto e poi “mare o lago?”. Il gruppo è sicuramente riunito per una scampagnata: due borse di paglia e dei panini avvolti in tovaglioli bianchi sono parte centrale dello scatto. E’ questo il tema della collezione che Corinna ha deciso di esporre nella sua galleria e la foto affidata a Tea, come le altre cento, racconta di un picnic. Il luogo è per Tea la vera curiosità da svelare e che, di questo ne è sicura, l’aiuterà a scrivere la storia promessa a Corinna.

 

Intanto anche Alberto, toltosi la mascherina ormai indispensabile in quegli ultimi giorni, si è incuriosito e decide di aiutare Tea nel risolvere l’enigma lasciando le preoccupazioni fuori di casa. Si concentrano sulla didascalia riportata sul retro della fotografia e il web li aiuta a fare il resto. La Rete in quel periodo è diventata sempre più preziosa, basta saper cercare: una guida nautica del 1839 con le indicazioni per viaggi da Londra a ST David’s Head lungo il Canale di Bristol e da Calais a Brest arriva in loro aiuto.

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