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2. ELINOR POINT

2. Elinor point

Dintorni di Cellar BeachPlymonth, marzo 1913 (qualche settimana prima)

 

Elinor Barry si sentiva arrossire a quella richiesta di alzare lo sguardo per farsi fotografare. Perciò sollevò il mento molto lentamente, cercando di non distogliere troppo lo sguardo dai panini che stava scartando. Li aveva preparati con molta cura quella mattina, prima di raggiungere i dintorni di Cellar Beach con la Sunbeam 12-16 HP che aveva chiesto in prestito ai Pollexfen con largo anticipo qualche tempo prima. A Mr e Mrs Pollexfen quel week end l’auto non serviva, perché avrebbero avuto ospiti approfittando del fatto che le piccole erano state invitate dai nonni materni a Audley Flete House a Ivybridge. Così Elinor aveva potuto organizzare quel breve soggiorno di una notte per festeggiare l’arrivo imminente della primavera e far conoscere meglio ad Albert la madre Margareth e la sorella Elisabeth. Il padre non lo aveva più con sé da alcuni anni ormai, ma la chitarra che aveva ereditato era una compagna sempre presente, anche in quel viaggio veloce. Quel giorno l’aveva lasciata al Pilchards Holiday Cottage, perché avrebbero dovuto scarpinare per raggiungere quel tratto di scogliera dell’estuario dove la vista dai pendii coperti di ginestre era meravigliosa. Il paesaggio della sua infanzia era l’altro motivo per cui aveva organizzato quel soggiorno: far conoscere ad Albert i luoghi in cui era cresciuta. Assaporarne gli odori e l’aria frizzantina, passeggiare tra le colline verso St Peter' Church, contemplare le piccole imbarcazioni armeggiate nelle acque più basse tra i banchi di sabbia, il tutto con la speranza che, prima o poi, il giovane francese si sarebbe deciso a trasferirsi definitivamente nel Devon lasciando Calais. Era un desiderio che la accompagnava da tempo: sperava profondamente che quel ragazzo così affabile e dai modi gentili le chiedesse di sposarla. Ormai si conoscevano da un anno e lei se n’era da subito invaghita, anche se cercava di non darlo a vedere, soprattutto perché non voleva che i Pollexfen se ne accorgessero. La cosa che non riusciva a capire, era come un uomo con doti raffinate come quelle di Albert, così bravo nell’arte del disegno e con un certa propensione alla fotografia, fosse costretto a dedicarsi ad affari economici che non lo coinvolgevano. Lui stesso glielo aveva confidato la sera in cui si erano dichiarati per la prima volta. Il fatto che Mr Pollexfen lo stimasse per il suo intuito, tanto da farlo soggiornare nel cottage aldilà del parco di Kithey House, tuttavia la inorgogliva. Era la conferma che quell’uomo faceva per lei. Così, persa nei suoi pensieri, guardò nell’obiettivo di Albert serena del fatto che il suo cappello in parte schermasse l’imbarazzo. Si sentiva osservata dalle amiche e, allo stesso tempo, era lusingata dalle attenzioni dell’uomo e fiera che alla madre e alla sorella Albert piacesse davvero. Il loro parere per lei era fondamentale, così come quello delle sorelle Pauline ed Emily Heseltine, le sue amiche più affezionate e con le quali era cresciuta nel villaggio di Yealmpton.

Quel giorno erano state loro a proporre un picnic con vista sul mare e così avevano recuperato dalla cucina del Pilchards Holiday Cottage due borse di vimini ideali per l’occasione. Elinor la mattina presto era andata in paese e aveva recuperato del salmone fresco che arrivava dal porticciolo di Newton Ferrers e decise di fare dei panini. Li aveva avvolti in tovaglioli di cotone bianco perché conservassero la loro freschezza, certa di ingolosire il suo Albert. In quel momento lui sembrava preoccupato soltanto dell’inquadratura e la chiamò. Elinor non immaginava che il giovane stesse progettando di chiederla in sposa non appena si fosse presentata l’occasione.

 

Intanto, una lieve folata di vento le sfiorò la guancia e le fece venire in mente un accordo che quella sera, di ritorno a Kithey House, avrebbe provato per le bambine Pollexfen. Era sicura che anche Albert avrebbe apprezzato nella sua camera vicino al bosco dall’altra parte del parco della dimora che li aveva fatti incontrare.

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